La prima opera di Bellini, proposta in edizione originale dopo il ritrovamento di importanti fonti manoscritte, inaugura la stagione di tradizione del Pergolesi in allestimento la cui costumista sta lavorando per Paolo Sorrentino in "The young Pope".
Sarà un nuovo allestimento di Adelson e Salvini di Vincenzo Bellini a inaugurare la 49ª Stagione Lirica di Tradizione del Teatro Pergolesi di Jesi, nell’ambito della Stagione Lirica unica “Opera Ancona Jesi” sotto il comune tema “Amore, gelosia, tradimento, follia: ritratti di donna”. Prima opera di Bellini, il dramma per musica in tre atti debutta venerdì 11 novembre alle ore 20,30 e domenica 13 novembre alle ore 16, con anteprima riservata agli studenti. L’opera è proposta in coproduzione con Teatro Massimo Bellini di Catania.
José Miguel Perez Sierra dirige l’Orchestra Sinfonica Rossini e la regia è di Roberto Recchia (scene di Benito Leonori, luci di Alessandro Carletti, costumi di Catherine Buyse Dian). Nella compagnia di canto protagonisti sono Rodion Pogossov nel ruolo di Lord Adelson e Merto Sungu in quello di Salvini; l’orfana Nelly è Cecilia Molinari, giovanissima scoperta rossiniana al suo primo Bellini. Fanny è Sara Rocchi, Madama Rivers è Giovanna Lanza, Baurzhan Anderzhanov è Struley, Bonifacio è Clemente Antonio Daliotti e Geronio è Enrico Marchesini. Il Coro Lirico Marchigiano è diretto da Carlo Morganti.
L’opera è proposta nella versione originale, quella effettivamente eseguita a Napoli nel Carnevale 1825 e scritta dal giovanissimo compositore al termine dei suoi studi di conservatorio, con i dialoghi parlati e il ruolo del basso buffo cantato in napoletano. L’edizione critica proposta, a cura di Casa Ricordi, rappresenta nella maniera più completa possibile lo stato attuale delle conoscenze intorno ad Adelson e Salvini, dopo il rinvenimento nel 2001 di fonti precedentemente sconosciute emerse nella Biblioteca del Conservatorio di Milano, che hanno consentito di integrare le ridisegnare radicalmente ciò che si credeva di sapere sull’opera e di integrare le lacune di autografi e manoscritti già noti.
La vicenda è ambientata nel XVII secolo in un castello irlandese; al centro della trama, due amici (il nobile Adelson e l’artista Salvini) e l’amore per la stessa donna, l’orfana Nelly, tra colpi di scena, sotterfugi e rapimenti. Nella lettura registica di Roberto Recchia, “più che la specificità irlandese è rilevante che il protagonista, l’italiano Salvini, si trovi su un’isola, che circonda con il suo mare la prigione senza sbarre in cui si trova rinchiuso (volontariamente), ospite dell’amico Adelson. Molto forte nella partitura la presenza dell’Italia. Abbiamo quindi deciso di sfruttare questa contraddizione tra la connotazione forte dell’ambientazione e la contemporanea “genericità” di linguaggio drammaturgico e musicale per sottolineare gli altri due aspetti che emergono chiari dal libretto: la follia di Salvini e la sua professione di pittore. Follia tutta romantica e non certamente patologica in senso moderno: Salvini è discendente diretto di Werther, vittima di un’irrequietezza romanticamente giovanile e di un amore impossibile e convenzionale, e tenterà più volte il suicidio per sfuggire al suo demone. Questa “follia” si traduce, sulle tele di Salvini, in ritratti mai terminati, dove a mancare è sempre il volto dell’amata, al punto che l’insipida Fanny si sente autorizzata a credersi lei l’oggetto del desiderio dell’attraente italiano. L’Irlanda che vedremo in scena, a questo punto, è il frutto della fantasia del pittore: le grandi tele dipinte diventano fondali e quinte teatrali di una rappresentazione che probabilmente avviene nella fantasia del protagonista (in omaggio anche alla destinazione originaria dell’opera che Bellini scrisse per il Conservatorio come saggio finale e quindi rappresentata, si suppone, con mezzi teatrali limitati)."